Tipi di olio diatermico

Tipi di olio diatermico: cos’è?

Conoscere le caratteristiche dell’olio diatermico è il primo passo per scegliere il migliore per la tua azienda. L’olio diatermico è un lubrificante dalla viscosità stabile, adatto in presenza di alte temperature e ideale come fluido convettore negli stabilimenti dove è richiesto un riscaldamento uniforme.

Sul mercato esistono diverse tipologie di olio diatermico: c’è l’olio minerale, l’olio diatermico sintetico e gli oli siliconici. In questo articolo li approfondiamo tutti, esplorandone le caratteristiche. A prescindere da quale olio si compri, è fondamentale la sua manutenzione nel tempo. Realtà come Oil Service forniscono questo e altri servizi sull’olio diatermico, ripristinando il rendimento dell’olio e aumentando di conseguenza l’efficienza di tutto l’impianto.

Olio diatermico: caratteristiche

Non tutti gli oli diatermici sono adatti a tutti gli usi e a tutte le situazioni. Per scegliere quello corretto bisogna studiare i loro dati tecnici assieme a quelli del proprio impianto. Nel dettaglio, le caratteristiche dell’olio diatermico da tenere in considerazione sono:

  • Il punto di flash: ovvero la temperatura alla quale i vapori dell’olio prendono fuoco in presenza di un innesco esterno. A questo stadio la fiamma non si autosostiene.
  • Il punto di fuoco: a questa temperatura i vapori dell’olio bruciano grazie all’innesco, ma la fiamma è costante e si autosostiene. Essa può essere spenta solo dalla rimozione dell’innesco o dalla riduzione della temperatura.
  • Il punto di autoaccensione: ovvero il punto in cui l’olio prende fuoco spontaneamente in presenza di ossigeno, anche senza un innesco. Il punto di autoaccensione non va mai superato mentre si usa un olio diatermico sintetico o minerale.
  • La pressione di vapore che deve essere quanto più bassa possibile.
  • La resistenza all’ossidazione, in particolare se si userà l’olio con vaso espansione aperto.
  • La viscosità alla temperatura di esercizio dell’impianto in cui si userà l’olio.

Infine, in alcuni contesti è necessario che l’olio diatermico abbia delle certificazioni speciali. È il caso dell’industria alimentare ad esempio: in questo settore è importante che l’olio segua la regolamentazione USDA e che sia dichiarato di “food grade”. Queste sono le caratteristiche dell’olio diatermico da considerare quando se ne deve scegliere uno. Vediamo ora come queste caratteristiche si combinano nei vari tipi di olio sul mercato.

Tipologie di olio diatermico

Esistono fondamentalmente tre tipologie di olio diatermico in commercio. La prima è quella dell’olio minerale. Nella sua composizione ci sono pochissimi additivi e non ha alcuna protezione aggiunta. Non subisce particolari processi di raffinazione e il suo prezzo è solitamente basso. La durata nel tempo di questo tipo di olio è medio-bassa.

Abbiamo poi gli oli siliconici. La loro caratteristica principale è quella di essere estremamente resistenti all’ossidazione. Offrono stabilità termica fino a 350°C in sistemi chiusi. Quando si acquista un olio siliconico bisogna fare attenzione alla superficie con cui entrerà a contatto durante l’esercizio: non tutte, infatti, sono adatte ad accoglierlo.

L’ultima categoria di oli diatermici sono gli oli sintetici. L’olio diatermico sintetico è a base di benzene e può sostenere range termici molto ampi. In impianti chiusi, sopportano temperature fino ai 398°C. Hanno tendenzialmente un prezzo più alto e vanno smaltiti in maniera corretta: sono infatti considerati rifiuti pericolosi.

Nella scelta dell’olio diatermico migliore, l’imprenditore deve valutare costi e resa nel tempo. Alcuni oli assicurano performance alte e durevoli, ma hanno di conseguenza un prezzo più alto. Altri invece hanno un ciclo di vita più breve ma sono anche più economici. In entrambi i casi dei buoni e frequenti processi di manutenzione dell’olio riescono a ripristinarne il rendimento, massimizzando l’investimento iniziale che si fa con l’acquisto dell’olio. A prescindere dalle caratteristiche dell’olio diatermico, tutti perdono di efficienza nel tempo, richiedendo più energia per arrivare alla temperatura di esercizio. Energia che viene pagata dall’imprenditore.

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